Proprietà Griffonia

lug62018

Griffonia, fonte di triptofano e di buon umore

Il triptofano è un amminoacido essenziale che, oltre a partecipare alla costituzione delle proteine viene spesso impiegato in casi di depressione, ma anche per favorire il sonno e migliorare il tono dell’umore

Il triptofano è un amminoacido essenziale che, oltre a partecipare alla costituzione delle proteine dell’organismo, interviene in numerose reazioni chimiche, in particolare nella sintesi diNad, Acetil-CoAe di acido nicotinico. Ma la via metabolica per cui è più conosciuto è quella che porta alla sintesi di serotonina. In questo processo, il triptofano, viene idrossilato a 5-idrossitriptofano e quindi, per successiva decarbossilazione si ottiene il neurotrasmettitore.

Per certi aspetti il triptofano si comporta da agonista della 5- Htp: infatti, evita che l’enzima triptofano idrossilasi venga saturato completamente e, in questo modo, può raddoppiare la sintesi di serotonina.

Benché non esistano indicazioni terapeutiche approvate, viene spesso impiegato in casi di depressione, a dosi anche abbastanza elevate, ma anche per favorire il sonno e migliorare il tono dell’umore.

In natura, il triptofano si ritrova nelle proteine alimentari, essenzialmente quelle di origine animale. In particolare, è ricca di un suo derivato (Ne è ricca la Griffonia, pianta tropicale africana della famiglia delle leguminose. Il fabbisogno di un adulto è circa 250mg/die.

I semi della pianta sono utilizzati come supplemento, sia in campo umano che in campo industriale (per rendere più forte la seta prodotta dai bachi da seta).

La domanda da cui nasce il titolo sorge spontanea analizzando i possibili estratti di griffonia presenti in commercio: o al 20% o al 98% in idrossitriptofano.

Infatti, in questo secondo caso abbiamo una purezza di principio attivo che si avvicina grandemente ai livelli dei principi attivi di sintesi (99%). Meglio quindi il triptofano da solo o il fitocomplesso della griffonia? Purtroppo in letteratura non ci sono molti studi clinici sull’utilizzo della griffonia. Patriotticamente possiamo ritenerci soddisfatti poiché questi pochi sono quasi tutti italiani. Nel 2012, l’equipe del dott. Perna ha analizzato l’effetto saziante di uno spray di griffonia somministrato per via sublinguale per 4 settimane a delle donne in dieta per il controllo del peso corporeo.

Gli effetti, benché registrati su un campione limitato, sono estremamente interessanti, poiché oltre ad un aumento del senso di sazietà e riduzione della Bmi. Il dott. Carnevale, invece, si è concentrato su studi in vivo, dimostrando sia l’effetto ansiolitico dell’estratto, sia un possibile effetto ipo-afrodisiaco negli animali di sesso femminile. Molto più ricca è la letteratura riguardo il solo 5 idrossitriptofano.

Alcuni studi condotti in Asia ne paragonano l’efficacia antidepressiva a quella della fluoxetina, ma tale conclusione, che è stato paragonato, benché non avendo ancora il consenso della comunità scientifica permette ad alcuni autori di suggerirlo per il trattamento delle depressioni farmaco resistente (ma solo se introdotto a rilascio modificato). Sempre in ambito psichiatrico, il 5-idrossitriptofano è stato utilizzato con efficacia per ridurre gli attacchi di panico.

Il gruppo di Verrillo de “La Sapienza” ne suggerisce un possibile utilizzo anche in pediatria. Somministrando per 6 mesi 2mg/kg di 5-Htp a bambini affetti da terrore notturno, nell’83.9% dei casi si è avuto una completa remissione dei sintomi.

Una più nutrita letteratura ci permette anche di definire meglio i possibili effetti collaterali, che non sono da sottovalutare.

Infatti, l’assunzione di 5-idrossitriptofano è stata associata alla comparsa della sindrome eosinofilo-mialgica. Tale condizione è caratterizzata da comparsa di alterazioni sanguinee (eosinofilia) e dolore muscolare (mialgia), oltre a stati infiammatori che interessano varie parti del corpo. Nella maggior parte dei pazienti la sospensione del triptofano ha causato il graduale miglioramento dell’eosinofilia e delle altre manifestazioni cliniche, mentre in altri, nonostante l’interruzione del trattamento, l’entità della malattia è progredita. Tra le varie ipotesi formulate per spiegare la causa di tale sindrome ci sarebbe un alterato metabolismo del triptofano con formazione di un metabolita tossico. Altri potenziali effetti collaterali sono nausea, vomito, diarrea, problemi muscolari e sessuali e sonnolenza, tanto più evidenti quanto maggiore è la dose assunta.

Alcuni effetti collaterali si possono manifestare anche a seguito dell’assunzione di altri principi attivi. Come nel caso di carbidopa (aggressività e ansia), tramadolo (confusione, irrigidimento muscolare) e destrometorfano (ansia, problemi cardiaci e tremori). Ma l’aspetto a cui prestare più attenzione è il concomitante utilizzo si Ssri e Imao: in questo caso il rischio di incorrere in una sindrome serotoninergica è estremamente elevato.

Luca Guizzon
Farmacista

Fonti:
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